Ossessiva a me?
Qualcuno mi ha detto, ripetutamente, che sono ossessiva. O compulsiva. Io all’inizio negavo, poi vari fatti accaduti in questi 40 anni di vita mi hanno convinta che forse lo sono. Ora mi piace dirlo, quasi fosse una malattia, o peggio, una scusante.
Non so dove sia iniziato tutto: mi ricordo me adolescente che seguivo mia madre facendole la stessa domanda per ore. In pratica fino a quando non ricevevo la risposta desiderata (che però non sapevo, ed è questo il vizio mentale, la sapevo solo quando la diceva lei).
Ma questa era solo un’avvisaglia. Ora vi racconto tre dei numerosissimi aneddoti che mi hanno portato a leggere messaggi sms, guardare agendine e orrende cose così, compreso trascinare mia madre (quando ancora non guidavo) in un appostamento in auto su una stradina di un bosco che però dava sulla finestra del mio fidanzato. E vi giuro, che siamo persone per bene.
1. Avevo un fidanzato, mille anni fa, credo non esistessero i cellulari (e quindi la faccenda del controllo era più seria). Però c’era la segreteria e, per fortuna, già quella “dentro” il telefono (non la macchina a sé stante, contro la quale, ahimè non si poteva fare nulla). Vi dico subito che per essere ossessivi come me bisogna anche fare patti con la tecnologia. Sapere le piccole informazioni base, intendo. Nelle segreterie telecom del telefono di casa se non avevi cambiato il codice, per sentire i tuoi messaggi chiamando da fuori bastava pigiare 4 volte “1″ dopo che la voce aveva finito di parlare. Accedevi così a tutti i messaggi.
Io ogni volta che chiamavo sul telefono del mio fidanzato e non rispondeva, già che c’ero, controllavo. Ma come diceva la mia compagna di casa di allora (parliamo dell’università) se non vuoi sorprese, non farle. 1111 e sento una voce NON MIA che dice: «Amore, ciao, ti amo tanto. Ci vediamo allora alla Trattoria dei Binari alle 7? Ciao amore». Ora, la prima cosa che ho pensato è stato di appende richiamare e lasciare lo stesso messaggio.
Ma poi ho aspettato di sentirlo e di dirgli che quel giorno non avevo lezione all’università e pensavo di andarlo a trovare per cena, e ho aggiunto, magari possiamo uscire, c’è un bel locale in via tortona. L’ho sentito annaspare, mi è bastato. Allora ero giovane, me ne sono fregata e l’ho mollato, ora lo avrei massacrato, mi sarei innamorata e non l’avrei lasciato più facendomi cornificare a raffica.
2. Poi mi sono fidanzata per 8 anni. Il mio fidanzato non era un gran furbo con le password. La prima che gli ho beccato subito era il suo soprannome da bambino. Poi, visto che io entravo ogni giorno nella mail e facevo come se fosse mia, forse ho interferito con il suo desiderio di leggere le sue email.
Un giorno mi ha detto che la mail non funzionava più: cancellava dei messaggi! Io sono sbiancata. Quando ha cambiato gestore, la solita password non funzionava più. Aveva aperto la nuova mail con Virgilio: ho fatto tutta la trafila di apertura di email per vedere cosa voleva Virgilio da una password. E voleva una password con numeri. Ci credete????? Al soprannome aveva aggiunto l’anno di nascita xxxx72. Per dire: a volte ci si merita di essere spiati.
Ma ci avevo ricavato poco, perché in fondo era un uomo onesto. Avevo iniziato a odiare un suo amico e lo insultavo ogni volta che ne parlavamo. Infatti ogni settimana gli mandava un porno commentando: «Avessi una cosi!». La sua fidanzata era diecimilavolte più bella di lui, e lui era uno che doveva ringraziare ogni giorno Gesù di aver avuto questa gran fortuna a incontrarla. Sfigato!
Ho capito comunque che chi ha più da nascondere più è abile con le password. Il mio ultimo (da poco) fidanzato ha password complicatissime, e le cambia. Io ogni volta che la scrive in mia presenza distolgo lo sguardo ma tento, con l’aiuto del terzo occhio di immagazzinarla e poi di riprodurla. Ne ho provate a migliaia e su qualsiasi suo mezzo. Avevo pensato anche di mettere sul suo browser la spunta a “ricorda sempre password” in moda da entrare nella sua mail e finalmente leggerla. Ma niente.
3. L’ossessiva che è in me ha ricevuto il colpo di grazia con What’s Up. Ho scoperto che il mio fidanzato attuale mi tradiva grazie a What’s Up. Ovvero, mi sono appostata su What’s Up e quando vedevo lui o line andavo a guardare se era online anche la sospetta amante (certo bisogna avere il numero dell’amante, ma quello lo ottieni subito mentre lui inforna il pesce e tu prendi il suo telefono in mano e copi dall’agenda).
Voi direte: perché non guardi i messaggi già che prendi il suo telefono? Ma il fatto è che chi è un traditore, i messaggi li cancella. Per questo what’s up è perfido, perché lui, tiene traccia. Quindi una sera ho assistito, anch’ìo maledettamente online, alla sincronia perfetta di lui che andava online e quando andava offline lasciava il posto a lei online e così via. Una chat di ore. Il mio pensiero è stato che una chat di ore fosse per forza erotica.
Perché le cose erotiche fai più fatica a dirle, ma a scriverle ci fai a nozze. La sera ho fatto finta di niente, la mattina sono capitata per casissimo sotto il suo ufficio e gli ho chiesto a muso duro con chi aveva chattato. Capite che lui aveva un gran dire che non aveva chattato e mi ha fatto vedere anche che non c’erano messaggi, ma il mio what’s up segnava la sua presenza on line la sera prima, quindi era chiaro, aveva cancellato i messaggi. Devo essere stata particolarmente convincente: ha confessato tutto!
Ora ho scritto troppo ma aggiungo, in breve, e semplicemente, che voglio smettere. Ho un piano. Sembra funzionare. E forse, mi dico, se se smetterò di essere ossessiva-compulsiva magari troverò anche un fidanzato che non mente?
VIOLA
Ecco qui io mi fermo, tremo pure un po’, e non parlo. Soprattutto prendo appunti, perché, cara Viola, la tua genialità ossessivo-tecnologica può tornare utile (da entrambe le parti della barricata della eventuale cornificazione). L’assunto di base che la tecnologia alla fine, nonostante tutte le chat, dà un grosso vantaggio ai gelosi sui traditori, lo condivido da tempo tra l’altro.
Augurandoti fidanzati meno Pinocchio, apro subito allora il dibattito sul tema. E vi chiedo di condividere le vostre esperienze in tema: io prometto in cambio di confessare le abiezioni, da entrambi i lati della barricata, a cui sono arrivato personalmente. Il tutto, al solito: nei commenti al post, qui sotto, sul mio account Twitter DiariodiAdamo (magari aggiungendo, se volete, l’hashtag #cornahitech), sul mio Facebook o sulla mia email mgamba@condenast.it